Pierluigi Panza

Pierluigi Panza ha svolto da sempre, contemporaneamente, tre attività: quella di studioso e docente
universitario, quella giornalistica e critico-curatoriale e quella letteraria.
Gli studi di PP (ma anche le attività critiche e letterarie) sono principalmente dedicati al tema della
memoria e sono sviluppati nei settori della Storia dell’Estetica e della Storia della Letteratura e critica
artistica, architettonica e del restauro. Il principale argomento di studio è la cultura dell’antico nell’Italia del
XVIII secolo, specialmente in Piranesi (di cui è uno dei massimi studiosi mondiali e collezionista) e
Winckelmann. Questi studi lo hanno portato a ricevere, nel 2017, lo European Union Prize for Cultural
Heritage / Europa Nostra Awards maggior riconoscimento europeo per la ricerca nel campo dei Beni
culturali. È uno specialista anche sul Rinascimento, in particolare su Leon Battista Alberti, Bramante e
Leonardo.
Si occupa, però, anche di arte e architettura contemporanea. I suoi articoli, i reportage dalle Biennali di
Venezia e alcuni saggi (L’opera d’arte nell’epoca della sua riproducibilità finanziaria, 2015) criticano il potere
che la finanza esercita nella costruzione del consenso nelle arti e nella letteratura contemporanee.
L’attività giornalistica al “Corriere della Sera” è caratterizzata dalla cronaca e critica delle principali
istituzioni e attività culturali del nostro Paese, con le quali intrattiene molteplici relazioni. Ha pubblicato
circa 5000 articoli e numerosi pamphlet, tra i quali L’ultimo Leonardo (2018) primo libro italiano che
ricostruisce le vicende del controverso quadro “Salvator Mundi”, attribuito a Leonardo.
Nei romanzi esplora due tematiche: la condizione dell’uomo contemporaneo in chiave generazionale (Il
digiuno dell’anima, Nati sotto la luna…) oppure recupera fonti inedite su personaggi e momenti del passato
rielaborandole in chiave narrativa in una forma personale di “romanzo storico”, che si basa su documenti
inediti o poco noti (Italiani all’opera, La croce e la sfinge, L’inventore della dimenticanza, Un amore di
Raffaello…). Questo secondo filone lo ha portato vincere il Premio Selezione Campiello.